San Valentino e il Covid, la psicologa: «Manca la serenità del legame e cala l'ormone della felicità»

San Valentino va festeggiato: adesso più di ieri. Ne è convinta Grazia Attili, professore emerito di Psicologia sociale all’università La Sapienza di Roma, autrice del “Cervello in amore” e di altri libri per il Mulino sui rapporti di coppia, del loro nascere e mutare nel tempo, di crisi e infedeltà, e del buon andamento delle relazioni. Senza trascurare le ragioni scientifiche dei sentimenti.

Si può rinunciare al contatto fisico?

«Accade spesso per paura. Ci sono medici, esposti al contagio, che fino alla vaccinazione hanno smesso di dormire con mogli o mariti e hanno evitato di abbracciare i figli: l’ansia spinge a mantenere le distanze».

Ma anche la mancanza di contatto provoca ansia.

«È così, il nostro cervello riduce la produzione di ossitocina, l’ormone della felicità, quando ci abbracciamo di meno».

L’amore, dunque, non è solo questione di chimica. Anche di biologia.

«L’ossitocina, oltre a provocare piacere, agisce sui circuiti cerebrali e spinge a fidarsi degli altri, indipendentemente da altre verifiche. Basta un abbraccio di 20 secondi da parte del partner perché il “rilascio automatico” di questo neurotrasmettitore che ci tranquillizza e ci spinge a cercare ancora di più il contatto».

Oggi si è tutti più soli. C’è anche meno voglia di amare?

«È probabile perché non abbiamo la serenità di legarci, quando ci sentiamo in pericolo».

Senza eccezioni?

«I ragazzi e gli adulti che, da piccoli, hanno avuto una madre affettuosa: si sentono più sicuri e affrontano meglio le avversità, proprio perché fanno affidamento sugli altri, riescono a formare legami più stabili. Invece, le persone più insicure considerano gli altri imprevedibili e inaffidabili e, soprattutto in questo periodo, non tendono a instaurare nuove relazioni».

Vale anche per gli altri legami?

«C’è una diffidenza maggiore anche nel mantenere le amicizie».

Come si affronta la paura?

«La più grande speranza è nella vaccinazione di massa».

Intanto, con le restrizioni anti-Covid, le coppie scoppiano.

«Accade più spesso, quando manca il contatto fisico che aiuta a ritrovare equilibrio dopo i litigi».

Cosa ne pensa delle coppie che si sono, invece, formate durante il lockdown?

«Questo è un fenomeno interessante, riguarda persone che sono subito riuscite a superare la diffidenza nell’altro perché hanno trovato avesse caratteristiche tali da sceglierlo come partner. Per compatibilità culturali ed emotive, attrazione fisica. Ed è possibile, anzi probabile, che questi rapporti durino di più perché si sono formati su elementi scatenanti, di consapevolezza profonda, che vanno al di là delle circostanze».

Parlare d’amore può sopperire al contatto fisico?

«È sempre importante farlo, perché i legami si basano sul contatto ma rappresentano anche altro: un’intesa mentale, non solo fisica, che dà serenità ed eccitazione insieme. Ma bisogna svelare al partner anche le proprie inquietudini».

Conta quello che ci si dice e come si dice.

«C’è da augurarsi che le persone si parlino di amore e con amore».

San Valentino va festeggiato comunque, nel primo anno della pandemia da Covid-19?

«Sì, ha molto senso. Quest’anniversario oggi va enfatizzato, perché significa spingere le persone ad avere fiducia negli altri e a pensare che la vita continua attraverso l’amore».

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