Pensiamo al cestello della lavatrice mentre ruota per lavare i panni.
Il sonno, per il nostro cervello, fa la stessa cosa. Riposare ci permette di eliminare tutte le scorie accumulate durante la giornata e, sicuramente, di proteggere il nostro organismo. Da quella che ormai è definita una vera malattia: l’insonnia. Capace, a sua volta, di scatenare un lungo elenco di altre patologie. È l’allarmante numero di insonni che, soprattutto nei Paesi occidentali, ha trasformato il disturbo in uno stato da non sottovalutare e affrontare. Parliamo di un’incidenza stimata che va dal 10% al 30% della popolazione, 12 milioni di persone in Italia passano la notte a occhi aperti. Perché oggi, il sonno, è considerato un optional nelle 24 ore. Il lavaggio del cervello durante le ore di sonno, dunque, è oggi considerato prioritario per vivere al meglio durante la giornata. Il processo di pulitura è attivato dalla noradrenalina, un neurotrasmettitore che induce la contrazione ritmica dei vasi del cervello. Questo può essere disturbato dall'uso di farmaci per l'insonnia, con possibili conseguenze a lungo termine sulle funzioni cognitive. Come rivela uno studio pubblicato sulla rivista Cell dall'Università di Copenhagen. I risultati della ricerca dimostrano che, durante la fase di sonno profondo, una porzione del cervello nota come tronco encefalico rilascia piccole ondate di noradrenalina, che si susseguono ogni 50 secondi circa. Il neurotrasmettitore induce una contrazione ritmica dei vasi sanguigni, facilitando così il defluire delle tossine nei vasi di scarico del sistema che drena il sistema nervoso centrale. «È come accendere la lavastoviglie prima di andare a letto e svegliarsi con il cervello pulito» spiega il coordinatore dello studio, Maiken Nedergaard. «Si può vedere la noradrenalina come il direttore d'orchestra – aggiunge la prima autrice dello studio, Natalie Hauglund – C'è un'armonia nella costrizione e dilatazione delle arterie, che poi spinge il liquido cerebrospinale attraverso il cervello per rimuovere i prodotti di scarto». Il sonno, in questa epoca, sembra essere diventato un lusso. Nel Global Sleep Survey 2025 si legge che una persona su 3 afferma di dormire in maniera regolare meno di quattro notti a settimana. Il sondaggio, che ha coinvolto oltre 30 mila persone in 12 nazioni, dimostra come la veglia notturna ha conseguenze in qualche modo invalidanti e pericolose nel resto della giornata. Poco più della metà degli intervistati (51%) ha riferito di provare un'eccessiva sonnolenza diurna, mentre sentimenti negativi al mattino sono avvertiti dal 48% e una maggiore irritabilità dal 36%. Seguono poi mal di testa (32%) e difficoltà di concentrazione (31%). Un’autentica “crisi mondiale del sonno” come l’hanno definita i ricercatori. «Oltre un terzo della popolazione mondiale è colpita da insonnia e da disturbi del sonno – spiega Claudio Mencacci, psichiatra co-presidente della Società italiana di Neuro Psico Farmacologia – con frequenti risvegli e problemi di riaddormentamento. Per molti pazienti parliamo di forma cronica. Sintomi persistenti nell'80% dei casi dopo un anno dalla diagnosi e nel 60% dei casi a cinque anni. Studi clinici hanno evidenziato che l'insorgenza di insonnia aumenta il rischio di sviluppare, nel breve termine, condizioni come depressione maggiore o disturbi d'ansia». E patologie cardiologiche. Oltre a diabete, ipertensione, obesità, calo delle difese immunitarie e della memoria. Circa un terzo degli italiani dorme meno di 6 ore a notte, compromettendo l'equilibrio metabolico e aumentando così il rischio obesità. Secondo l'Associazione italiana Medicina del sonno la carenza di riposo notturno altera infatti gli ormoni dell'appetito: aumenta la fame e riduce la sazietà, favorendo un eccesso calorico e l'aumento di peso. Se dormire bene è fondamentale per la vita di un adulto, lo è ancora di più per i bambini e gli adolescenti che, oggi, sembrano avere un rapporto conflittuale con il sonno. Che migliora la regolazione emotiva, la capacità di apprendimento e il comportamento quotidiano. Un adolescente dovrebbe dormire tra le 8 e le 9 ore. Eppure, secondo un'analisi della Fondazione Humanitas per la Ricerca Ets, oggi i ragazzi riposano in media due ore meno di quanto sarebbe necessario. Certo è che quelli che dormono le ore giuste hanno una memoria efficiente, sono in grado di stare attenti e hanno una particolare capacità di risolvere i problemi. Riposare meno di 7,7 ore a notte per un adolescente, è il risultato di uno studio presentato agli incontri scientifici della American Heart Association's Epidemiology, Prevention, Lifestyle & Cardiometabolic Health, si associa inoltre a un rischio di ipertensione fino a 5 volte maggiore anche da giovani. «Sappiamo che il sonno disturbato e insufficiente è associato all'ipertensione negli adulti, ma non sappiamo ancora quanto sia diffuso già tra gli adolescenti – ricorda l'autore senior dello studio Julio Fernandez-Mendoza, del Pennsylvania State University College of Medicine di Hershey – È importante sensibilizzare le famiglie».
© RIPRODUZIONE RISERVATA