Covid, obesità e depressione : ecco il decalogo per tornare a stare bene (anche con noi stessi) Il webinar

Il Covid ci sta dando una tregua? Conviveremo con il virus? Ne parliamo nel webinar del Messaggero .«Il virus si sta adattando a noi e sta diventando più contagioso  – dice Anna Maria Cattelan, Direttore dell’Unità di Malattie Infettive e Tropicali dell’Azienda Ospedale Università Padova – I casi infetti sono più alti ma la percentuale dei ricoveri è più bassa: da fase pandemica stiamo passando a una fase endemica, il virus non è più aggressivo ma ha un impatto più gestibile. Questo anche grazie Omicron: a Padova il 100% dei contagiati ha la variante Omicron. In primavera avremo il 95% di italiani immunizzati. E poi c'è Omicron 2: in Veneto sono già stati isolati i primi 8 casi. Così negli Stati Uniti, in Gran Bretagna. Questa variante si diffonderà e sarà più contagiosa di Omicron». 

Domani via la mascherina all'esterno, a fine marzo anche nei luoghi chiusi. «Bisogna essere prudenti. Le mascherine rimangono un presidio fondamentale per ridurre la diffusione. Non significa liberi tutti, ma è un segnale di fiducia e ripartenza. Dobbiamo sempre tenerle con noi, però, perché in situazioni di folla vanno messe anche all'esterno». 

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Il decalogo per stare in forma

Ci stiamo proteggendo, ma ci stiamo prendendo cura di noi? Come ritrovare il benessere fisico e mentale in tempi di pandemia? Ecco il decalogo di Giorgio Sesti, Presidente Società italiana medicina interna per stare bene e non imbattersi in patologie croniche: «E' importante tenere sotto controllo il peso una volta a settimana, misurare la circonferenza dell'addome perché l'accumulo di pancetta è il grasso più pericoloso per lo sviluppo del diabete. Bisogna poi mangiare meno e fare almeno 3 minuti di movimento al giorno (camminare, fare le scale), basta questo per evitare di sviluppare malattie croniche». 

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Tutto parte dall'alimentazione: «Va benissimo mangiare proteine del pesce e dei legumi, no grassi saturi, ridurre il consumo degli zuccheri semplici, evitare condimenti come il burro. E poi moderiamo il sale (attenzione, ad esempio, agli insaccati)». 

Un altro tema fondamentale è la misurazione della pressione, anche per chi non ha patologie: «Misurarla quante più volte possibile. La pressione aumenta con l'aumentare dell'età e nei soggetti con diabete e obesità, ma è bene tenerla sotto d'occhio perché si può intervenire immediatamente anche con farmaci efficaci. La pressione si cura solo se il trattamento è continuo». 

Dopo la pandemia, le persone hanno ricominciato a mangiare meglio: quanto è importante assumere frutta e verdura? «Bisognerebbe mangiare almeno 400 grammi di frutta e verdura al giorno come dice l'Oms – spiega Alessandra Bordoni, Docente in Scienze dell’alimentazione Alma Mater Studiorum – Università di Bologna – E questo vale anche per i bambini. Frutta e verdura sono fonti di vitamine, sono ricche di fibre e contengono acqua. Lo scarso consumo di frutta verdura ha gli stesso rischi del fumo di sigaretta». «Ma stare bene vuol dire anche stare bene con sè stessi», ricorda Emanuele Bartoletti, Presidente Società Italiana di Medicina Estetica Direttore Servizio Ambulatoriale di Medicina Estetica dell'Ospedale Fatebenefratelli di Roma. 

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Dopo tanto tempo di chiusura, è tempo di montagna. Giampiero Di Federico, Guida alpina Docente corsi sicurezza in montagna, ci spiega cosa è necessario fare per una settimana bianca in sicurezza: «Programmare un'escursione che sia al nostro livello di esperienza, avere sempre con se degli accorgimenti, un numero di telefono utile ad esempio. Non ho mai visto così tanta gente come negli ultimi anni, dopo i lockdown tante persone hanno voglia di camminate all'aperto: ma bisogna stare attenti a infortuni e incidenti». E poi in montagna ricordarci sempre di proteggerci con una crema solare protezione 50», ricorda Bartoletti.

Covid e psiche

La pandemia ha influito molto soprattutto sui giovani. Come si fa a proteggere una psiche sottoposta a forti pressioni? «Così come è importante prendersi cura del corpo, dobbiamo prenderci cura anche della nostra mente – dice Giulia Maffioli, Presidente ANaPP (Ass. Nazionale Psicologi Psicoterapeuti). – Dobbiamo imparare ad avere attenzioni sul nostro modo di gestire emozioni. Ansia, paura e angoscia sono diventati predominanti.  Dobbiamo limitare la nostra esposizione a informazioni troppo allarmistiche, scegliendo informazioni di valore che abbiano un fondamento reale. E' importante poi limitare l'utilizzo dei social. Questo crea sovraffaticamento della mente. Bisogna crearsi una pausa. I giovani hanno ad esempio un forte problema di mantenimento della concentrazione. Al rientro della pandemia i ragazzi a scuola avevano un bassissimo livello di scolarizzazione». 

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Il Covid ha provocato rabbia, frustrazione, annilichimento: cosa ci può aiutare? «La capacità di usare le proprie risorse per rimanere in piedi di fronte a un evento così stressante – spiega –  Mantenere, ad esempio, contatti sociali, partecipare ad attività sociali non solo virtuali». Come capire quali sono i campanelli d'allarme per i nostri ragazzi? «Bisogna capire quanto un atteggiamento incide sulla qualità vita di un ragazzo: se ha scatti d'ira, non parla più, il rendimento scolastico ha un cambio repentino, non frequenta più gli amici, non fa più le cose che faceva prima». 

E infine dobbiamo ricordarci che futuro vuol dire guardare ai bambini e ai ragazzi, che stanno crescendo e si stanno formando durante questa pandemia. Come affrontare al meglio queste fasi cruciali della vita? Cecilia Cantarano, 21 anni, star del web: «I social durante il Covid sono diventati l'unico luogo per incontrarsi: i ragazzi avevano necessità di comunicare. E' importante però ricominciare a distinguere tra realtà e social. Sono una fan della vita reale: bisogna uscire, lasciare il telefono, non voglio tenere nessuno incollato allo schermo». E lo stesso vale per Francesca Dai, 27 anni, 90mila follower su Instagram:  «Sono diventata una compagnia per molte persone che mi seguivano ma anche per me è fondamentale ricominciare a vivere fuori dai social».

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